A circa 24 ore dalla retrocessione in Serie D l’ACR Messina si trova ad affrontare una crisi senza precedenti dopo la richiesta della Procura di avviare la procedura fallimentare. Un’analisi delle possibili conseguenze e dei prossimi passi in un momento cruciale per il futuro del calcio messinese.
La richiesta della Procura e l’udienza decisiva
La Procura di Messina ha formalmente richiesto l’avvio d’ufficio della procedura di fallimento per l’ACR Messina, contestualmente all’apertura di un’indagine sulla cessione del club. Si tratta di un momento particolarmente delicato per la società giallorossa, con il destino che verrà deciso durante l’udienza fissata per il 10 giugno 2025. In quella data, il giudice delegato dovrà pronunciarsi sulla richiesta avanzata dalla Procura, determinando il futuro della società.
Qualora venisse accolta la richiesta di fallimento, il tribunale procederebbe immediatamente alla nomina di un curatore fallimentare. Questa figura professionale assumerebbe un ruolo cruciale, subentrando agli attuali amministratori con il preciso compito di preservare il valore patrimoniale della società e gestirne le attività nell’interesse dei creditori.
Le opzioni per il futuro sportivo
Nonostante lo scenario fallimentare, non tutto è perduto sul fronte sportivo. Anche in caso di sentenza sfavorevole, si aprono due strade principali per mantenere in vita la tradizione calcistica messinese: l’iscrizione al campionato di Serie D o in Eccellenza con una nuova configurazione societaria oppure la cessione del ramo d’azienda sportivo a nuovi investitori.
Il curatore fallimentare, in questo contesto, avrà il difficile compito di bilanciare le esigenze dei creditori con la necessità di preservare il valore sportivo e sociale rappresentato dal club, elemento fondamentale per massimizzare le possibilità di soddisfare le pretese economiche avanzate nei confronti della società.
L’iter fallimentare: tempistiche e conseguenze
La procedura fallimentare segue un percorso ben definito che, nel caso dell’ACR Messina, si articolerebbe in diverse fasi. Subito dopo l’eventuale sentenza di fallimento, il tribunale nominerà il curatore e il giudice delegato. Il curatore, assumendo i poteri degli amministratori, inizierà immediatamente a prendere possesso del patrimonio societario.
Nei 30 giorni successivi, verrà redatto un inventario completo dei beni del club: contratti dei calciatori, diritti televisivi, accordi commerciali, eventuali immobili e attrezzature, oltre alla situazione finanziaria complessiva. Questo censimento rappresenterà la base per le successive operazioni di gestione e liquidazione.
La gestione dei creditori
Entro 60 giorni dalla sentenza, il curatore dovrà notificare ufficialmente il fallimento a tutti i creditori: calciatori, fornitori, erario, INPS e qualsiasi altro soggetto vantasse diritti economici nei confronti della società. I creditori avranno un periodo compreso tra i 30 e i 60 giorni per presentare formalmente le proprie domande di ammissione al passivo.
Seguirà un’udienza di verifica dello stato passivo, generalmente entro 120 giorni dalla sentenza, durante la quale il giudice delegato e il curatore esamineranno tutte le richieste pervenute, confermando quelle legittime e respingendo eventuali istanze infondate.
La fase di liquidazione e il possibile rilancio
La liquidazione dell’attivo rappresenta una fase cruciale, con tempistiche variabili che possono estendersi da alcuni mesi fino a diversi anni. In questo periodo, inizierà la vendita degli asset non essenziali per la sopravvivenza sportiva del club e il recupero dei crediti verso terzi.
Alternativamente, il curatore potrebbe optare per una gestione temporanea della squadra, mantenendo un’attività sportiva minima che salvaguardi il valore del marchio e della tradizione calcistica messinese. I proventi delle prime cessioni e dei recuperi crediti potranno essere distribuiti progressivamente, offrendo un parziale ristoro ai dipendenti e ai creditori privilegiati.
Verso una nuova era
La chiusura della procedura fallimentare può richiedere tempi considerevoli: da uno o due anni per i casi più semplici fino a tre-cinque anni o più per situazioni particolarmente complesse. Una volta liquidato l’intero patrimonio e soddisfatte le istanze ammesse, il curatore preparerà il rendiconto finale e chiederà al tribunale la chiusura formale del fallimento.
Solo a questo punto il club potrà considerarsi ufficialmente fuori dalla procedura, sebbene nella migliore delle ipotesi abbia già ripreso l’attività sportiva con un nuovo assetto societario. Per l’ACR Messina, la sfida sarà quella di coniugare il rispetto delle rigide normative fallimentari con la legittima aspirazione a non scomparire dal panorama calcistico italiano.
Un momento decisivo per la storia giallorossa
L’iter fallimentare, pur rappresentando un passaggio doloroso, offre paradossalmente al club la possibilità di sopravvivere sul piano sportivo. La capacità del curatore di gestire efficacemente il patrimonio e, se necessario, di garantire la continuità dell’attività agonistica sarà determinante per preservare il valore della società.
Per l’ACR Messina e i suoi tifosi, questo rappresenta un momento di grande incertezza ma anche di potenziale rinascita. La storia del calcio italiano è ricca di esempi di club che, dopo procedure fallimentari, sono riusciti a ricostruirsi e tornare ai livelli precedenti. La speranza è che anche per la società siciliana si possa aprire presto un nuovo capitolo, mantenendo viva una tradizione sportiva che rappresenta un patrimonio importante per l’intera comunità messinese.