Crisi ACR Messina: fallisce la raccolta fondi e futuro del club in bilico

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L’iniziativa di raccolta fondi per salvare l’ACR Messina si è conclusa con un netto insuccesso. Dei 312.000 euro necessari per coprire stipendi e contributi dei tesserati, sono stati raccolti solo 163.000 euro, lasciando un preoccupante deficit di 149.000 euro che espone il club a una nuova penalizzazione.

La sottoscrizione, avviata il 15 aprile dall’imprenditore del caffè Francesco Barbera con un contributo personale di 25.000 euro, è partita con un ritardo considerevole rispetto alle tempistiche necessarie. Altri imprenditori locali hanno seguito l’esempio di Barbera, mentre l’ex presidente Pietro Sciotto, nonostante un’iniziale manifestazione d’interesse, non avrebbe contribuito economicamente all’iniziativa.

Il fallimento della raccolta rappresenta una sconfitta per l’intera città di Messina, incapace di mobilitarsi efficacemente in due mesi per salvaguardare il futuro della squadra e acquisire le quote societarie attualmente in mano al duo Cissè-Sciotto. La situazione è stata ulteriormente compromessa da indecisioni, ritardi e dalle cosiddette “cordate” di investitori che si sono rivelate inconsistenti.

A questo punto, il destino del club peloritano dipende dai risultati delle ultime due partite di campionato. Se la squadra dovesse salvarsi sul campo ma non riuscisse a essere iscritta al prossimo campionato, sarebbe costretta a ripartire dall’Eccellenza. In caso di retrocessione in Serie D, diventerà cruciale salvare almeno il titolo sportivo per evitare di ricominciare dalla Promozione. In ogni scenario, il club dovrà affrontare una penalizzazione in classifica.

Per la quarta volta in 32 anni, il calcio messinese si trova sull’orlo del baratro, con la concreta possibilità di dover ricominciare da zero.



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