Nella paradossale vicenda sportiva delle due squadre messinesi che quest’anno disputeranno il campionato nazionale di serie D, abbiamo trovato qualcosa di positivo che affonda le sue radici nella storia calcistica messinese.
Non è la prima volta che in città nasce la rivalità tra due formazioni della stessa città che militano nella stessa categoria, pronte a primeggiare sui campi di calcio per diventare l’unica realtà calcistica cittadina.
Nell’immediato dopoguerra come non ricordare prima della nascita dell’Acr Messina il campionato 1945-46 con la presenza in serie C di due realtà calcistiche messinesi: l’As Messina dei presidenti Nicotra e Gensabella, che all’inizio della stagione cambiarono la denominazione della Tenente Mario Passamonte, unendosi all’Ap Messina, diedero vita all’As Messina. L’altra squadra il Gazzi aveva assorbito l’Us Messinese e il Liberi Provinciale. In quel lontano campionato di rinascita del calcio nazionale e siciliano addirittura erano quattro le formazioni messinesi, oltre alle già citate, vennero escluse dalla nuova serie C la Peloro e l’Arsenale, queste due si fusero per dar vita all’Ap Messina confluita come detto nella nuova As..
Prevalse in quella stagione il Gazzi che in campionato riuscì a battere il Messina all’andata per 2-0 e pareggiò al ritorno per 0-0. Nello spareggio per disputare il torneo di promozione in B riuscì a superare ancora una volta l’As Messina per 2-1. Alla fine di quel campionato le due realtà cittadine si fusero per dar vita all’Ac Messina, ma coloro che non furono d’accordo con questa unione diedero vita al Giostra.
Nel campionato 1946-47 ancora una volta due società messinesi ai nastri di partenza in serie C. Furono allestite due grandi squadre, il Giostra finì al primo posto davanti all’Ac Messina giunto secondo. Il Giostra fu ammesso direttamente nel girone per la promozione, il Messina riuscì a qualificarsi dopo uno spareggio contro Reggina e Crotone. Nel girone di promozione per la serie B con sei squadre il Giostra riuscì a superare per ben due volte il Messina e si classificò al quarto posto, il Messina giunse quinto. La stagione successiva, 1947-48, le due realtà calcistiche messinesi consapevoli che la divisione non avrebbe portato a nulla di buono si fusero dando vita all’Acr Messina.
Nella stagione 1946-47 l’Arsenale Messina vinse il campiona di prima divisione, fu promossa in serie C ed affrontò nella stagione 1947-48 proprio la neo-nata Acr Messina. Quel primo campionato terminò con l’Acr Messina al settimo posto e l’Arsenale Messina al quarto posto.
La stagione successiva la rivalità tra le due formazioni si accese, si discusse in federazione del riordinamento dei campionati, per il quale la serie B divenne a girone unico e la serie C si articolò su quattro gironi. Dalla vecchia serie C molte squadre dovevano essere estromesse e a Messina si vissero momenti di alta drammaticità. L’Arsenale, per posizione di classifica doveva essere preferito al Messina. Dal canto suo il Messina vantava un diritto di blasone, un diritto che gli derivava dalla sua tradizione, dai cosiddetti “meriti sportivi”. C’è chi volle sfruttare la situazione per togliere di mezzo l’Arsenale. Si dichiarò persino che la seconda squadra a Messina era l’unico ostacolo che precludeva all’Acr la via della completa affermazione. Man mano che ci si avvicinava alla scadenza dell’iscrizione al campionato, la polemica Arsenale – Messina diveniva sempre più aspra. In quel momento veniva sostenuto il diritto di tutte e due le squadre a partecipare al campionato di serie C. La cosa da un lato non piaceva agli estremisti del Messina e i partigiani dell’Arsenale vedevano invece una manovra tendente a danneggiare i diritti della loro squadra, sostenendo quelli del Messina. Finalmente la Lega Calcio decise per l’ammissione del Messina. Successivamente il Consiglio Federale approvò l’elenco delle squadre ammesse, nel figurava anche l’Arsenale.
Il Messina fece le cose in grande ed allestì una squadra per la promozione in serie B. L’Arsenale ebbe sentore delle grandi manovre che si preparavano nel Messina e cercò a sua volta di mettersi in condizioni di non sfigurare. Il Messina a fine stagione si classificò al quinto posto, mentre l’Arsenale con un campionato molto mediocre si classificò appena quindicesimo.
Nella stagione 1949-50 il Messina allestì la squadra vincente che le fece fare il salto in serie B, l’Arsenale Messina non sfigurò ed arrivò al quinto posto, nonostante l’ottimo risultato sarà la fine per questa società, che la stagione successiva retrocederà in Promozione (l’attuale serie D).
Per tantissimi anni l’Acr Messina è stata l’unica squadra cittadina a rappresentare tra alti e bassi la città tenendo in alto i colori ed il prestigio calcistico. Fino alla 1992-93 anno in cui la società del presidente Giovanni Massimino fu radiata, non iscritta in serie C e dovette disputare il campionato di Promozione. La tifoseria in modo inopportuno abbandonò la storica Acr e seguì la nuova società, ovvero l’As Messina iscritta in serie D, mentre l’Acr continuerà a disputare altri 5 campionati nelle serie dilettantistiche, fino a sparire definitivamente alla fine della stagione 1997-98.
L’As Messina dei La Malfa, Trimarchi ed Ingemi disputerà quattro campionati in serie D. Nel frattempo nel 1994 il cavaliere Crupi decise di fondere il Villafranca, squadra della provincia messinese, che al tempo militava in Eccellenza, con il Tremestieri. Dalla fusione nacque la Peloro, questa squadra nella stagione 1994-95 giunse quarta, disputando anche due derby con l’Acr Messina, che terminò il campionato all’ottavo posto. La stagione successiva, 1995-96 vinse il campionato d’Eccellenza dopo aver vinto lo spareggio di Bagheria contro il Vittoria ed ottenne la promozione in serie D.
Nella stagione 1996-97 dopo quasi 50 anni si ritrovano nella stessa categoria due squadre messinesi, l’As Messina finirà all’ultimo posto, retrocedendo in Eccellenza e la Peloro si classificherà al sesto posto.
La stagione successiva, 1997-98, la Peloro cambierà denominazione in Fc Messina Peloro e vincerà il campionato di serie D, inizierà una cavalcata storica scalando tutte le categorie fino a disputare tre campionati in serie A.
Nella stagione 2008-09 la famiglia Franza, proprietaria del Fc Messina, non iscrisse la squadra in B il Messina disputò un mediocre campionato in serie D. Nel frattempo la società venne dichiarata fallita ed il titolo sportivo della defunta Fc fu acquisito all’asta giudiziaria dall’Acr (R sta per rinascita) Messina fondata dall’imprenditore romano Alfredo Di Lullo.
Si susseguirono negli anni una serie di proprietà che oltre ad accumulare debiti non riuscirono a riportare il Messina tra i professionisti. La società nella stagione 2012-13 venne acquistata da Pietro Lo Monaco.
Nel frattempo nella stagione 2010-11 dal Camaro Messina in Eccellenza era nato il Città di Messina, la nuova società si classificò al quinto posto in campionato e solo la stagione successiva, 2011-12, vince l’Eccellenza per approdare in serie D.
Nella stagione 2012-13 dopo 15 anni ancora una volta si ripropose la rivalità tra due squadre cittadine accesa maggiormente dalle forti personalità di Lo Monaco, patron dell’Acr Messina e De Leo, patron del Città di Messina. La rivalità fece allestire alle due società due squadre molto competitive, ma a prevalere fu la società di Pietro Lo Monaco seguita dalla maggioranza dei tifosi, l’Acr Messina vinse il campionato ed il Città di Messina si classificò al quarto posto.
La stagione successiva, 2013-14, mentre l’Acr Messina di Lo Monaco ottenne la seconda promozione consecutiva nella Lega Pro unica, il Città d Messina fece un doppio balzo all’indietro prima retrocesse in Eccellenza e la stagione successiva 2014-15 addirittura in Promozione.
Nella stagione 2016-17 la gloriosa Acr Messina figlia del Fc Messina Peloro disputò l’ultimo campionato di Lega Pro e non venne iscritta dal nuovo proprietario Franco Proto al campionato di serie C per la stagione 2017-18.
Ancora una volta la Messina calcistica dovette ripartire dai dilettanti, per la terza volta in 25 anni, questa volta nacque l’AcRilancio presieduta da Piero Sciotto. Fu disputato un campionato mediocre nella stagione 2017-18, mentre il Città di Messina vinse il campionato di Eccellenza ed approdò per la seconda volta nella sua storia in serie D.
E siamo ai giorni nostri, con la stagione 2018-19 che ripropone dopo soli quattro anni due squadre messinesi in serie D. Ancora una volta l’Acr del presidente Sciotto disputa un campionato mediocre salvandosi dalla lotteria dei play-off all’ultima giornata, mentre il Città di Messna riesce a fare pure peggio salvandosi dalla retrocessione in Eccellenza riuscendo a superare nello spareggio play-out il Locri.
Il resto è storia nota la guerra dei marchi, l’Acr Messina grazie alla fusione con il Camaro acquisisce lo storico marchio Acr appartenuto a Lo Monaco, mentre il Città di Messina riesce a prendere in “affitto” dalla famiglia Franza il marchio Fc e con un cambio di proprietà cambia la denominazione in Fc Messina. Ma sono solo due marchi ovvero due disegni che non rappresentano alcuna storia calcistica.
Si tratta in realtà di due società nuove, l’Acr di Sciotto, che nel frattenpo ha cambiato denominazione in Associazioni calcio riunite, non ha nulla a che vedere con la storica squadra che per 50 anni ha portato in alto i colori della città, così come il nuovo Fc nulla a che vedere con la storica Fc che disputò la serie A, il titolo sportivo infatti fu acquisito all’asta dall’Acr di Di Lullo poi morta con la sciagurata presidenza di Franco Proto.
Il Fc Messina del nuovo proprietario Rocco Arena è l’erede del Camaro fondato nel 1969, diventato nella stagione 2009-10 Camaro Messina e nella stagione 2010-11 Città di Messina. L’Acr Messina della famiglia Sciotto ha solo due anni di affiliazione ai campionati federali.
Da quanto si vocifera le due società intendono allestire due squadre competitive per fare il salto di qualità e vincere il campionato. Storicamente chi riuscirà a questa impresa riuscirà a sopravvivere, mentre l’altra, come abbiamo scritto potrebbe avere i giorni contati.
Alla fine, come la storia dimostra, le forze si sono sempre unite sotto un’unica bandiera occorrerà capire sotto quale proseguirà la storia del calcio messinese.